Già trafugata e recuperata quasi subito, nel 1922, la preziosa tavoletta cuspidata fu di nuovo rubata nel 1985 alla riapertura della Pinacoteca di S. Andrea, a Empoli.
Oggi, 12 marzo 2016, i Carabinieri del nucleo investigativo per i Beni Culturali lo hanno riconsegnato alla Città, dopo averlo recuperato al Mercato dellAntiquariato di Firenze.
Antonio Paolucci, nella sua guida del 1985, “Il Museo della Collegiata di S. Andrea in Empoli”, 1985, così ne parla:
Niccolò di Tommaso (attivo c. 1343-1376) attr. a, Crocifissione, elemento di altarolo portatile in cornice di legno dorato, tempera su tavola (inv. Carocci nr. 3)
Misure: 54 x 25
Provenienza: dal convento delle Benedettine di S. Croce, Empoli
Il residuo patrimonio artistico mobile dell’antico monastero femminile benedettino di Empoli — in origine ubicato in S. Croce fuori Porta Pisana poi, dopo le distruzioni provocate dall’assedio del 1530, trasferito nell’ex-ospedale dei Pellegrini in via dei Neri — è passato in donazione alla pinacoteca nella seconda metà del XIX secolo (Bucchi, 1916, p. 115).
Questa piccola e affollata Crocifissione cuspidata (forse parte centrale di un trittico da camera) con i Dolenti, le Pie Donne e Longino, era già in museo nel 1863 quando veniva genericamente schedata dal Pini come opera del XIV secolo. Assegnata dal Baldini al seguito di Niccolò di Pietro Gerini (1975), è attribuita a Niccolò di Tommaso nel recente supplemento dello Offner (1981). Esempio significativo delle tendenze arcaizzanti presenti nell’estinguersi dell’accademia orcagnesca, mostra punti di contatto anche con il cosiddetto « Maestro di Barberino » (Zeri, Bollettino d’Arte, 1963, pp. 246 e segg.; Boskovits, La pittura fiorentina, 1975, p. 214).
Rubato e recuperato nel 1922 (insieme alla Crocifissione frammentaria di cui alla scheda seguente) è stato di nuovo trafugato nel marzo del 1985.
Più prudente Mariangela Giusti, nel suo “Empoli Museo della Collegiata” del 1988, a proposito di quest’opera dice:
Artista fiorentino
Secolo XIV, ultimi decenni
Cristo crocifisso e Santi.
Dipinto su tavola, cm 54×25. Inv. 3
La tavoletta cuspidata, forse parte centrale di un piccolo trittico, proviene dal convento delle Benedettine di Santa Croce di Empoli. Dal Baldini (1956) l’operina è stata vista in generico rapporto con l’ambiente della pittura fiorentina del secondo Trecento, mentre nel supplemento al «Corpus» dell’Offner (1981) è assegnata a Niccolò di Tommaso. Di recente il Paolucci (1985) ha sottolineato le tendenze arcaizzanti presenti nella tavoletta, in analogia coi modi del cosiddetto «Maestro di Barberino». Già rubato e quindi recuperato nel 1922, il dipinto è stato nuovamente trafugato nel marzo 1985.
Su “Emporium” (1895-1964), il primo furto e il recupero viengono ricordati, con tanto di foto, insieme alle disavventure còrse da altre operine simili, fatte rubare probabilmente su ordinazione.